Psicologicamente, la perdita di un proprio caro è un evento difficile da superare. A volte, inoltre, i congiunti si trovano a dover affrontare gravi problemi finanziari. Ecco perché è importante pensare in tempo alla propria previdenza, soprattutto quando ci sono dei figli da mantenere.

La previdenza statale e professionale si integrano a vicenda nella copertura del rischio «decesso». La cassa pensione eroga varie tipologie di rendita ed eventualmente un capitale di decesso.

Viene erogato un capitale di decesso qualora la persona assicurata muoia prima di aver raggiunto l’età di pensionamento. L’importo corrisponde all’avere di vecchiaia che sarebbe risultato alla fine dell’anno in cui è sopraggiunto il decesso. Se la rendita per coniugi diventa esigibile, per il finanziamento si ricorre all’avere di vecchiaia disponibile. Se oltre al «normale» piano assicurativo è assicurato un capitale di decesso supplementare, quest’ultimo non viene impiegato per il finanziamento della rendita per coniugi. Hanno diritto all’intero ammontare del capitale i superstiti secondo il seguente ordine:

1. il coniuge superstite;

2. i figli aventi diritto alla rendita (figli biologici, adottati, affiliati o figliastri mantenuti interamente o in maniera preponderante);

3. le persone al cui sostentamento l’assicurato aveva provveduto in misura considerevole, o la persona che ha ininterrottamente convissuto con il defunto nei 5 anni precedenti il decesso (non hanno alcun diritto coloro che percepiscono una rendita per coniugi da un istituto di previdenza nazionale o estero);

4. i figli della persona assicurata che non rientrano nel punto 2;

5. i genitori della persona assicurata;

6. i fratelli e le sorelle della persona assicurata o i loro figli superstiti.

In assenza di tutti i superstiti sopraelencati, i restanti eredi legittimi, ad esclusione dell’ente pubblico, hanno diritto alla metà del capitale di decesso.